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giovedì 16 marzo 2017

Avviso ai naviganti



Rumore d'onde 
che vanno e vengono 
così lontano da casa
(Santōka 1882-1940)

Quando ero piccola amavo da pazzi ascoltare all'alba il bollettino del mare trasmesso alla radio. A Roma si direbbe che forse ero già "un po' soggetta". In effetti, ripensandoci, una bambina che puntava la radio-sveglia alle 5.45 per ascoltare il bollettino del mare, un po' soggetta, francamente, lo era, ad ogni modo, nel dormiveglia fine anni settanta, mischiavo la voce del serio annunciatore con il mio sogno ancora in testa. Venti e mari. E onde... Rumore d'onde. 
E forse è stato per quel rumore che ho dedicato alla radio, e a quello che sarebbe diventato il mio lavoro, e la mia vita, alcune pagine del mio "Haiku e saké".

<A proposito di naviganti e di avvisi, grazie a chi mi segue dal primo minuto, a coloro che mi mandano commenti toccanti, a quelli che mi fanno montare la testa. Grazie a chi condivide i post su FB, grazie! Qualcuno mi scrive "come faccio a riceverti via mail? "
Allora. Guardando l'home page a destra. Vedete la mia foto? Sotto c'è quella del libro e ancora poco più in basso lo spazio da compilare con il vostro indirizzo mail intitolato: "Iscriviti al DailHaiku qui". Scrivete la vostra mail, cliccate su "submit" e il gioco è fatto. Puntuale come lo era il bollettino ai naviganti allora, vi giungerà una mail con il mio post, ogni giorno>

E ora un regalino. Un altro haiku di Santōka, inedito in italiano, che ho trovato tra le pagine del suo diario. Una piccola sorpresa tutta per voi. S.

Placidamente
la pozzanghera riflette
la figura di un ragazzo


(avviso ai naviganti)

        

lunedì 6 ottobre 2014

Auguri...in onda

Izu è tiepida ora:
posso dormire nei campi 
e ascoltare il suono delle onde
(Santoka 1882-1940)



Le "onde" che ascolta Santoka, che possiamo leggere sia come quelle del mare che come quelle del vento sui campi - suggestioni interpretative che solo la concisione di uno haiku può offrire ai lettori in modo così nitido - mi riportano a quando ricevetti in regalo una radio-sveglia per il mio decimo compleanno.

Eccitatissima perchè si accendeva all'orario stabilito (da sola!!!) e avendo la scuola come unico appuntamento in agenda, la puntavo ogni giorno all'alba con l'intenzione di rimanere a sonnecchiare a letto ma in ascolto di una trasmissione scoperta casualmente nella ricerca tra i canali: il "Bollettino del mare". 
Sì, avete capito bene. Proprio il bollettino del mare.
Per un anno circa, mi sono scientemente svegliata alle 5.45 per farmi cullare, nel tepore delle coperte, dalla voce atona e professionale di un annunciatore della radio Rai degli anni settanta! Ascoltavo il bollettino dalla mia radio-sveglia poggiata sul cuscino, immaginando mezza addormentata un vero capitano con barba, cappello e timone che, ritto sulla tolda della nave, leggeva agli ascoltatori misteriose informazioni : "Libeccio. Maestrale. Forza 8. Stretto di Sicilia. 10 nodi. Mar Libico..".  
E tra sogno e realtà, capendo e non capendo, aspettavo che qualcuno si svegliasse e mi preparasse la colazione... 

Il 6 ottobre di novant'anni fa nasceva la radio pubblica e io festeggio così, sull'onda di un minuscolo ricordo privato. Mai avrei potuto immaginare, mentre smanettavo sulla manopolina, che un giorno sarei finita "dentro" la radio.

Avete ricordi radiofonici da postarmi su FB o qui?
E se tra voi c'è qualche ascoltatore di Radio3, due dediche da parte mia: biscotti e  (cliccaci!) veramente speciali. Auguri!  



(In onda)







domenica 15 settembre 2019

Il mio libro


Spuntano i germogli
al tronco d'un grande albero
poggio l'orecchio
(Hosai 1885-1927)

Questo è l'haiku a cui mi riferisco nel pezzo uscito ieri su "Il Fatto". Lo dedico agli ascoltatori, a chi fa la radio e a chi la sente e a chi sa quello che ha significato per me questo viaggio nelle vite degli altri. Yuppi!
Ed ecco il testo per chi l'avesse perso:

Ho sempre amato la radio. Da bambina puntavo la sveglia alle 5.45 per ascoltare il bollettino del mare dalla mia radietta a forma di scatola che tenevo sotto il cuscino. Immaginavo un capitano vero, con tanto di barba, cappello e timone che, ritto sulla tolda della nave, leggeva agli ascoltatori le sue misteriose informazioni: Libeccio, Forza 8, Stretto di Sicilia, 10 nodi, Mar Libico. In quel limbo tra sogno e realtà bastava solo aspettare sotto le coperte: mamma e papà si sarebbero svegliati, avrei fatto colazione e infilato la cartella, pronta per affrontare una nuova giornata. Magari il famoso libeccio avrebbe soffiato proprio quel giorno, chissà
Dalla voce professionale del bollettino di Radio Rai sono passati decenni e adesso in quella scatola ci lavoro. E così ho finito per amare anche la radio che non va in onda. La lotta al montaggio per un minuto irrinunciabile, il turno di registrazione che salta, le riunioni di redazione, la soddisfazione di una sfumata” giusta o di un taglio” impercettibile, lattesa di un ospite che non arriva e intanto la diretta procede inesorabile verso il precipizio… Amo fare la radio, costruire una scaletta, organizzare gli speciali dai festival o da posti meno fotogenici come una mensa per i poveri, un carcere, un quartiere difficile. 
Un giorno di qualche anno fa chiamò un ascoltatore per partecipare alla diretta. Nulla di nuovo, la radio non è forse per chi lascolta? Cosa c’è di straordinario in una telefonata per rispondere a un quiz? Eppure quel giorno, un giorno come tanti di qualche anno fa, quando lascoltatore fu collegato per andare in onda, dentro di me scattò qualcosa.
Da dove chiama, Michele?” gli fu chiesto. Da un alpeggio, faccio il pastore, rispose. Cera poco tempo, il segnale orario incombeva, il conduttore raccolse la risposta e lo salutò. Da un alpeggio. Un pastore. Un pastore che sente la radio, mi ripetevo, da un alpeggio. Uno che ci telefona e dice: la risposta per me è Autodafé di Canetti, mentre in sottofondo si sentono belati e campanacci. Avrei voluto piantare tutto e andare lì in Piemonte, tra quelle montagne che dun tratto mi sono apparse davanti agli occhi ascoltando il signor Michele. Volevo conoscere la sua storia, capire chi fosse, come fosse arrivato lassù in quellalpeggio e da dove. Ecco, è stato allora che ho scoperto per la prima volta cos’è un ascoltatore, intendo la persona ascoltatore in carne e ossa. Uno che poggia la radio sempre sullo stesso sasso perché solo lì trova la sintonia giusta, come potevo non andare a conoscerlo? E così ho copiato il suo numero di telefono e lho messo da parte, senza sapere ancora cosa farne.
Fino a quel momento per me gli ascoltatori erano una comunità astratta. Grazie a Michele ha cominciato a girarmi in testa unidea diversa: potevo andare io da loro, provare a restituire un corpo allorecchio, farli immaginare, farli sentire, renderli visibili. Conoscerli nelle loro case, tra i loro affetti, raccogliere le loro esperienze di vita, magari proprio davanti agli apparecchi dai quali ci ascoltano ogni giorno. Dopo Michele di Mondovì ho incontrato Stefano, un ex sacerdote ora portiere di uno stabile romano, e Ivo, anche lui romano, un vecchio rugbista amante della rassegna mattutina dei giornali, e Adriano a Castelfranco Veneto, e Armando che insegna scacchi in una scuola media di Castellamare di Stabia, per me un vero samurai, e Valeria, di nuovo a Roma, e poi Angela e Angelo di Andria, e Paola a Brescia, Lisa e Francesco a Levico Terme, e Vinni ad Alghero. Ho provato a forzare la loro ritrosia, a farli parlare. Forse, chissà, ho imparato la loro larte: drizzare le antenne, mettersi in ascolto. E’ stato un lungo viaggio, per certi versi ho compiuto un giro completo: è come se fossi tornata ad ascoltare la mia radietta a forma di scatola.
Continuo a pensare che la radio contribuisca non solo a raccontare il mondo ma anche ad ascoltarlo, nel suo rumore e nei suoi silenzi. In un'antica poesia giapponesequalcuno poggia lorecchio sul tronco di un albero per sentire il germoglio, è unazione così bella. Attiene al rispetto, allattesa, comporta tolleranza, riflessione. E’ una disciplina, e come tale richiede tempi lunghi, meno contratti. Così, anche se intorno tutti strepitano, resiste una comunità invisibile e ricchissima, unarcadia di persone capaci di ascoltare chi sta dicendo qualcosa.
("Ascoltatori. Le vite di chi ama la radio" edizioni add)

venerdì 1 luglio 2016

Bollettino estivo

Sole d'estate -
muschio sottile
sui rami degli alberi
(Akutagawa 1892-1927)


Se per noi l'estate arriva quando i tg si accalorano tra bollettini meteo e traffico sulle autostrade, servizi a manetta sui turisti coi piedi a mollo nelle fontane romane o vecchietti con la lingua penzolante come il cane che portano a passeggio, altri cani, nel pezzo successivo, da non abbandonare bordo strada, bambini da proteggere con la protezione 500 e il pazzo che spara nel condominio perché la depressione, si sa, arriva quando sale il termometro...ecco, dico io: viva Akutagawa che nota dell'estate il muschio sottile!

(De Chirico ieri pomeriggio)

venerdì 8 maggio 2015

Ora esatta

Mentre canta l'allodola
i gridi del fagiano
battono il tempo
(Bashō 1644-1694)



Ho scoperto solo ieri, dopo anni e anni, che "l'ora esatta" di Radio3 tecnicamente è la somma di: trillo, impulsi -pausa- impulso e...segnale orario. Avete presente, no? Bpbpbpbpbpbpbbpbpbì ta ta ta ta ta -pausa- ta : ore 19 e 45.

Meno poetico dell'allodola e fagiano? Forse. Ma scopro anche che, all'accrocchio sonoro che ogni volta ci dice l'ora, sono affezionata. 
Sono quelle piccole sicurezze a cui ci si aggrappa nella giornata, quei piccoli tic (e anche tac, in questo caso) che caratterizzano le nostre esistenze, minuscole certezze in formato audio.
Non che l'ora esatta ci dica chissà che novità, visto che tra smartphone iperconnessi eccetera, siamo perennemente allertati, e aggiornati, in tempo reale, finanche sul meteo nelle Ande, e la sua seduzione sonora non può certo competere con quella dei fichissimi jingle commerciali. E magari un giorno se ne andrà pure in pensione come è successo per il vecchio bollettino del mare (clicca QUI), ricordate? E andrà bene lo stesso. 
Ma ancora oggi, questi "trilli, impulsi -pausa- impulso" con l'ora esatta al seguito, mi fanno subito "casetta". 

A proposito di Radio3. Chi mi segue sa che partirà il 23 maggio alle 18.00 (puntale!) un ciclo di sei puntate dedicato a Dante. Un po' di spazio di questo blog lo dedicherò a questa trasmissione, alle sue musiche, ai versi danteschi e soprattutto agli ospiti e alle letture che l'hanno resa possibile. Quindi tra maggio e giugno seguitemi qui nell'alternanza tra DAILY-Dante e DAILY-Haiku e, sui social, sulla mia pagina FB e su quella del gruppo della trasmissione. La trovate iscrivendovi al gruppo DANTE 7.5.0.. Già si sta popolando e arricchendo. Vedrete. No, ascolterete...


(L'ora che volge al desio)