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lunedì 15 settembre 2014

Miss Italia e MOMOKO KURODA

Per questa festa
dispongono le bambole
- ombre sul muro
(Momoko Kuroda 1938)


No. Ci siete cascati! Non sparerò su "Miss Italia", manifestazione che nonostante i suoi settantacinque anni imperversa come Sophia Loren. Non mi soffermerò su quelle lacrime o sugli annuali consigli di madrine del botox. Vi dirò, non mi sento neanche oltraggiata come donna, usata o strumentalizzata. Non mi interessa. Vi ripropongo questo haiku che, come kigo,  ha  le "bambole" dello hinamatsuri (qui) per poter parlare anche io di bellezza femminile. Anzi, vi parlerò proprio della mia miss di riferimento.


(Momoko Kuroda Un albero un'erba e fiori di ciliegio Ed.Empiria)

Momoko Kuroda nasce nel 1938 a Tokyo. A trent'anni, pur perfettamente inserita nella società giapponese - lavorava come pubblicitaria e caporedattrice di una rivista-  decide di mettersi in viaggio lungo tutto il Giappone alla ricerca di ciliegi nel momento esatto della loro massima fioritura (Hanami). Momoko nel fiore degli anni che si mette in viaggio in cerca dei ciliegi in fiore! In Giappone ci sono tante varietà di ciliegio ma quella veramente speciale che le interessa si chiama Yamazakura. Ogni pianta di questa specie puo' vivere centinaia d'anni e, caratteristica incredibile, invecchiando, mentre il tronco si svuota, i suoi rami continuano a fiorire stagione dopo stagione.
Un po' come la maturità che si acquisisce via via nel tempo o come il ricordo che lascia una persona cara che non c'è più.

Nel 1970 Kuroda diventa allieva del maestro di haiku  Yamaguchi Seishi (1901-1994) e
a cinquantotto anni ricomincia le sue peregrinazioni, da nord a sud, sempre alla ricerca delle piante amate sul cammino che fu di Basho. 
Per tutti i ciliegi che ha visto e letteralmente "visitato" negli anni, per i pellegrinaggi sui passi dei monaci zen suoi maestri, Momoko è chiamata haijin dei ciliegi (haijin =compositore di haiku).
Ma in questa seconda fase le interesserà il momento in cui i fiori iniziano ad appassire e i petali a cadere e gli haiku che compone restituiscono magicamente questa malinconica atmosfera di distacco.



Alle soglie della vecchiaia, Kuroda si rivolge ai fiori che stanno appassendo e vi ci rispecchia:


Volano i fiori
In cielo - ho cinquant'anni
son forse triste?
.......................

E nel tramonto
sembra il ciliegio pendulo
abbia più fiori

........................
Di quale valle
di quale albero
danzano i petali?

........................



Ed è per la sua delicatezza e forza, per la sua osservazione complessa sul quotidiano e per come ha raccontato, nella brevità degli haiku, tradizione e contemporaneità, e soprattutto momenti di forte unione tra uomini e donne (leggi QUESTO), che oggi la eleggo.

Signore e Signori, la "più bella" è: Momoko Kurodaaaaaaa!!!

venerdì 7 marzo 2014

8 marzo: mimose o ciliegi?

Per questa festa
dispongono le bambole
- ombre sul muro
(Momoko Kuroda 1938)


Domani è l'8 marzo, festa che da anni mi sembra un po'... strattonata. 
Neo femminismi glam  - che non mi rappresentano - e vetero femminismi che non capiscono ancora da quale parte stare: pro o contro le consapevolissime macchine da guerra teen?

In questo macello tutto mediatico che non tiene conto che discriminazione e violenza si combattono solo culturalmente ovvero, semplicemente, leggendo...eleggo Momoko Kuroda mia rappresentante!


Prima di tutto partiamo da questo suo haiku che si riferisce alla antica festa delle bambine chiamata Hinamatsuri .
Il kigo risiede in quel  "dispongono le bambole" e infatti ci riporta al giorno preciso, 3 marzo.
La festa prevede la coloratissima esposizione di tante bamboline tradizionali, posizionate ordinatamente e con devozione, su scaffali allestiti appositamente in casa per l'evento. 
Coinvolge tutte le donne della famiglia (dalla nonna alla nipotina più piccola) e quelle ombre evocate nello haiku  possono essere i ricordi di ognuna di loro, forse anche le loro aspirazioni, in una società, come quella giapponese, schizofrenica anche per quanto riguarda la parità tra i sessi.


(w i filtri per le foto!)


Momoko Kuroda nasce nel 1938 a Tokyo.
A trent'anni, pur perfettamente inserita nella società giapponese - lavorava come pubblicitaria e caporedattrice di una rivista-  decide di mettersi in viaggio lungo tutto il Giappone alla ricerca di ciliegi nel momento esatto della loro massima fioritura (Hanami). 
Momoko nel fiore degli anni che si mette in viaggio in cerca dei ciliegi in fiore! 

In Giappone ci sono tante varietà di ciliegio ma quella veramente speciale che le interessa si chiama Yamazakura. Ogni pianta di questa specie puo' vivere centinaia d'anni e, caratteristica incredibile, invecchiando, mentre il tronco si svuota, i suoi rami continuano a fiorire stagione dopo stagione. 
Un po' come la maturità che si acquisisce via via nel tempo o  come i ricordi che lascia una persona cara che non c'è più. 

Nel 1970 Kuroda diventa allieva del maestro di haiku  Yamaguchi Seishi (1901-1994) e 
a cinquantotto anni ricomincia le sue peregrinazioni, da nord a sud, sempre alla ricerca di alberi di ciliegio. 
Ma in questa seconda fase le interesserà il momento in cui i fiori iniziano ad appassire e i petali a cadere e gli haiku che compone restituiscono magicamente questa malinconica atmosfera di distacco. 


E nel tramonto
sembra il ciliegio pendulo
abbia più fiori
.........................

Ci separiamo
ciliegio di montagna
a rivederci
........................

Di quale valle
di quale albero
danzano i petali?
........................

Per tutti i ciliegi che ha visto e letteralmente "visitato" negli anni, per i pellegrinaggi sui passi dei monaci zen suoi maestri, Momoko è chiamata haijin dei ciliegi (haijin =compositore di haiku).  
Ed è per la sua delicatezza e forza, per la sua osservazione complessa sul quotidiano e per come ha raccontato nella brevità degli haiku anche momenti di forte unione tra uomini e donne, che oggi la festeggio con voi. 

Buona festa a tutti! 


(Hinamatsuri. Istituto Giapponese di Cultura di Roma)  




In Italia è pubblicata una raccolta di Momoko Kuroda dal titolo "Un albero un'erba e fiori di ciliegio" edizioni Empirìa.






sabato 5 aprile 2014

#sakurandom

L'usanza giapponese dell'ammirare i ciliegi in boccio chiamata Hanami è antica di mille anni e la sorpresa non è come abbia resistito nel tempo ma come sia potuta diventare anche  social.
Foto spettacolari dove il rosa esplode via pixel ritraggono fiori, pistilli e grappoli. Petali zoomati e archi di trionfo in boccio digitale. Ubertosi e fluorescenti, i sakura sono postati e condivisi in un istante. Probabilmente l'antico aspetto meditativo si è perso ma la globalizzazione, lo abbiamo capito, dove svuota, riempie con cose inaspettate.
Allora partecipo al #sakurandom postando la mia foto e raccontando, a chi avesse perso un post a lei dedicato (vedi anche tag  "sakura") la storia di Momoko Kuroda, haijin dei ciliegi.


(Vi ricordate quegli angoletti trasparenti che fissavano la foto al foglio di cartone dell'album?)


Momoko Kuroda nasce nel 1938 a Tokyo.
A trent'anni, pur perfettamente inserita nella società giapponese - lavorava come pubblicitaria e caporedattrice di una rivista-  decide di mettersi in viaggio lungo tutto il Giappone alla ricerca di ciliegi nel momento esatto della loro massima fioritura (Hanami).
Momoko nel fiore degli anni che si mette in viaggio in cerca dei ciliegi in fiore!



Torce e ciliegi
ho salito il pendio
dei quarant'anni.

In Giappone ci sono tante varietà di ciliegio ma quella veramente speciale che le interessa si chiama Yamazakura. Ogni pianta di questa specie puo' vivere centinaia d'anni e, caratteristica incredibile, invecchiando, mentre il tronco si svuota, i suoi rami continuano a fiorire stagione dopo stagione.
Un po' come la maturità che si acquisisce via via nel tempo o  come i ricordi che lascia una persona cara che non c'è più.

Nel 1970 Kuroda diventa allieva del maestro di haiku  Yamaguchi Seishi (1901-1994) e
a cinquantotto anni ricomincia le sue peregrinazioni, da nord a sud, sempre alla ricerca di alberi di ciliegio.
Ma in questa seconda fase le interesserà il momento in cui i fiori iniziano ad appassire e i petali a cadere e gli haiku che compone restituiscono magicamente questa malinconica atmosfera di distacco.


E nel tramonto
sembra il ciliegio pendulo
abbia più fiori
.........................

Ci separiamo
ciliegio di montagna
a rivederci
........................

Di quale valle
di quale albero
danzano i petali?
........................

Per tutti i ciliegi che ha visto e letteralmente "visitato" negli anni, per i pellegrinaggi sui passi dei monaci zen suoi maestri, Momoko è chiamata haijin dei ciliegi (haijin =compositore di haiku).

venerdì 30 maggio 2014

Divorzio breve

Ci separiamo
ciliegio di montagna
a rivederci.
(Momoko Kuroda 1938)

Poche ore fa la Camera ha approvato la proposta di legge sul divorzio breve e i tempi ridotti saranno applicati anche ai procedimenti in corso (leggi notizia QUI)
Meno attesa, meno spese e forse meno malinconie.
Chi c'è passato conosce l'angoscia degli inizi del percorso di separazione e lo strano sollievo della fine decretata su quel pezzo di carta. 
Applaudo anche io, come è successo alla Camera, a questi addii abbreviati o a questi nuovi "arrivederci" a cui ci si deve abituare.


(Qui si è scassato tutto! Mi passi l'Attak? Non è il caso? Ah...)

Un altro traguardo importante è stato quello sull'eterologa (leggi QUI). Gli haiku sono sempre quelli di Momoko Kuroda la mia, come ormai sapete, "femminista" di riferimento. Per chi non la conosce cerchi pure nelle etichette a destra ==>
Ciao!



PS
La foto l'ho scattata al museo Centrale di Montemartini di Roma 

lunedì 11 maggio 2015

Festa

In mezzo ai fiori
o nell'oscurità
trovo me stesso
(Momoko Kuroda 1938)




E oggi festeggio le non-mamme augurando loro, attraverso l'essenzialità di Momoko Kuroda, di trovare se stesse (clicca QUI).
Rinuncia, scelta, o semplicemente il destino di essere rimaste figlie, forse restituisce a queste donne, più sensibilità e forza. Sicuramente un altissimo senso di materna sopportazione quando, piccoletti scontrosi e maleducati, imperatori indiscussi del nucleo familiare medio, vengono esposti, imposti e branditi da papà e mamme. Auguri!


(Punto di vista)

martedì 13 settembre 2016

Hillary

Sulla bilancia
pesa le medicine
- quanta frescura!
(Momoko Kuroda 1938)

Momoko Kuroda, poetessa a noi contemporanea, si sofferma su quel refolo di vento che, se la porta non verrà richiusa, disperderà in un soffio le polveri medicamentose sul piattino della bilancia.

Tornando a noi, si tratta di un vero e proprio uragano quello che si sta abbattendo sullo stato di salute di Hilary Clinton.
E se la malattia, come purtroppo capisco, incide sulle sorti delle presidenziali, allora vorrei visionare la TAC del cervello di Trump. 
Mi piacerebbe rassicurarmi, grazie. 
Cosa mai protegge la sua dura mater, la calotta cranica che lui ha ricoperto con il ciuffo cotonato, come sia conformata e cosa mai si aggiri in quei gangli cerebrali che immagino dritti, senza curve, come una strada del Texas. E in quelle sue sinapsi dalle connessioni elettriche come sedie.
Cercherei di capire chi è il malato tra i due.


(Lezione di anatomia)

venerdì 6 marzo 2015

Rosa

Taglio le rose
mormorando qualcosa 
a quelle rose
(Momoko Kuroda 1938)





Non sopporto disquisizioni & articoli in zona 8 marzo.
Chiedo umilmente perdono a tutte le mie amiche, alle femministe. Non li sopporto come non sopporto la letteratura rosa o la scrittura femminile. Non mi piace il termine "femminicidio" e il mondo che gli ruota attorno. E le quote rosa. L'ho detto. 
E quando sento dire "voi maschietti" e "noi donne". E quando le aziende organizzano seminari-foglia di fico sul "genere". Mi fanno rimpiangere le mimose, giuro, che ora non regala più nessuno!
Mi sono rotta. Scusate, scusate. 

Chiedo protezione a Momoko Kuroda che, nella società maschilista per eccellenza come quella giapponese, è riuscita a essere sia una manager che haijin, autrice di haiku meravigliosi. Coltissimi. Malinconici come può esserlo la quotidianità, il desiderio di un figlio, la cottura di qualcosa sul fornello in un qualsiasi pomeriggio.
E' riuscita a parlarmi dritta al cuore e alla testa con i suoi tre versi ricchi di dolore, amore, femminilità, lavoro, casa, figli, rinuncia, coniugalità. 
Senza tante chiacchiere rosa o ammiccamenti "tra donne" solo perché lo dice il calendario.
I suoi versi sono pubblicati da Empirìa ma QUI nel blog potete trovarne alcuni. 
L'ho detto.


(Amiche. Io sono la prima da destra.)






     

giovedì 4 dicembre 2014

Peonia d'inverno

Di questo amore
non conosce la fine
- peonia d'inverno
(Momoko Kuroda 1938)





La peonia, nella simbologia giapponese, è simbolo di amore e unione coniugale forte e invincibile. A questo fiore, dalle radici tenaci ma dai petali delicati, nei secoli, sono stati dedicati pitture finissime e centinaia di haiku struggenti altamente simbolici.
Per oggi ho scelto la maestosa peonia invernale della mia amatissima Momoko Kuroda (QUI).

Seguo commossa la battaglia di due genitori, Matteo e Valentina, che hanno assistito impotenti alla morte della figlia Giovanna tuttora senza spiegazione alcuna. La piccola, sana e vispa bambina di dieci anni, fu operata circa otto mesi fa presso la clinica Villa Mafalda di Roma per un intervento di routine, una timpanoplastica. E non si è più risvegliata (leggi notizia).
Cosa succede in quella sala operatoria mentre i genitori vengono tagliati fuori dalla verità? Cosa è successo? Si saranno ripetuti milioni di volte Matteo e Valentina, cosa è successo? 

La famiglia Fatello, le zie, i nonni, gli amici cercano solo una risposta e lanciano questa petizione che vi giro (qui).

In nome della ormai usurata "trasparenza", non sarebbe possibile rendere obbligatoria una telecamera in sala operatoria - siamo o non siamo sempre registrati, seguiti, ripresi ovunque? - a tutela sia del paziente che del personale medico, per essere al riparo da atteggiamenti omertosi come da speculazioni arbitrarie e, finalmente, alla luce della verità? 

Auguro a questa famiglia, che da quel giorno non è più la stessa, tutta la forza di quell' "amore che non conosce la fine" dello haiku di oggi.














giovedì 10 aprile 2014

Legge 40

Infagottata
vado urtando nel freddo
figli non miei.
(Momoko Kuroda 1938)


Il divieto per la fecondazione eterologa ieri è diventato anticostituzionale e io dedico il mio post alla lunga lotta per avere un figlio, malinconica come questo haiku della mia "femminista" preferita Momoko Kuroda (QUI).

Battaglia che a volte è possibile vincere (alè!) ma che spesso lascia in frantumi. Battaglia onerosa e faticosa per tutti gli "infagottati", uomini e donne insieme, che oggi abbraccio idealmente.


(infagottata)

mercoledì 2 novembre 2016

Defunti

Anniversario
Ho visto un fuoco fatuo -
Vado a godere
(Momoko Kuroda 1938)

Sì, direi che in questo sono un po' Momoko. La morte, gli anniversari, le commemorazioni, come invito a godere della vita che mi circonda e abbraccia.
Passeggiare sotto gli alberi, ci vedo anche questo, oggi.
Sotto gli alberi. Il mio carica-batteria.

(Vita in Umbria)

giovedì 8 maggio 2014

Mentre una donna

Mentre una donna
sbuccia una pesca bianca
l'amica piange.
(Momoko Kuroda 1938)


Quando alcuni mi blaterano di quote rosa e, in modo dolciastro, nei fatti non mi rispettano, quando alcune brandiscono la frase "io come donna" (QUI) e le giornaliste-anche-scrittrici dialogano in forma di romanzo (aiutooo!) con il figlio sull' "essere madre". Quando non mi sento rappresentata e sono solo a disagio, quando i neo femminismi glam mi avviliscono e le vetero femministe mi assalgono, quando tutti mi "spiegano" femminilità, maternità, sterilità, infertilità... prego.

Prego le mie tre "sante": l'artista EMMA DANTE (link) e ora è a Milano con il suo Le sorelle Macaluso, la poetessa  MOMOKO KURODA (link) e la scrittrice Alice Munro.






A chi gira per il Salone del Libro di Torino segnalo "L'autore invisibile" ciclo di incontri con i traduttori. Domani alle 16.30 quello con Susanna Basso voce italiana, sensibile e raffinata, di quel genio totale di Alice Munro. Scrittrice capace di raccontare i turbamenti di un'adolescente o i problemi di una vecchia in un modo che non è di genere, escludente o partigiano. È solo grandioso.

venerdì 26 dicembre 2014

APRILE 2014

Infagottata

vado urtando nel freddo
figli non miei.
(Momoko Kuroda 1938)


Legge 40. Il divieto per la fecondazione eterologa ieri è diventato anticostituzionale e io dedico il mio post alla lunga lotta per avere un figlio, malinconica come questo haiku della mia "femminista" preferita Momoko Kuroda (QUI).

Battaglia che a volte è possibile vincere (alè!) ma che spesso lascia in frantumi. Battaglia onerosa e faticosa per tutti gli "infagottati", uomini e donne insieme, che oggi abbraccio idealmente.

(Infagottata)

giovedì 7 gennaio 2016

Colonia e Assemini

Nelle nuvole
lucidi uccelli volano
- son schegge d'osso
(Momoko Kuroda 1938)




Mi interessa cercare di capire. Cosa, in una notte di capodanno, tradizionalmente anche notte di piccole innocue trasgressioni (si fa tardi, si beve e si mangia di più eccetera) ha unito tanti uomini in un'unica massa aggressiva sessualmente?
Non voletemene, ma oggi mi interessa capire lo stato d'animo del cattivo, cosa mai gli sia scattato per organizzare questo flash-mob dell'orrore. Cosa unisce questi uomini? Una matrice islamica? Oppure si tratta di xenofobi di estrema destra che hanno ordito il tam tam per aizzare i tedeschi contro i migranti? Quale riscatto cercano questi individui? Cosa ha nella testa chi ha agito così ignobilmente? 
Le indagini sono ancora in corso, atteniamoci a quello che conosciamo. 
La violenza sessuale è generata nella maggior parte dei casi dalla frustrazione e dall'ignoranza. Sì, è frequente per ragioni varie anche in un tessuto sociale più, chiamiamolo apparentemente "gratificato" ma non mi sembra essere il caso dei fatti di Colonia. Dicevo, frustrazione e ignoranza. Che si nutrono di emarginazione e disparità sociale. 
Queste quindi le caratteristiche umane di chi ha partecipato al flash-mob dell'orrore di capodanno. Migranti arrabbiati, folli islamisti, xenofobi?

Poi ho letto una notizia piccola, una delle solite che non fanno rumore. Ad Assemini, in provincia di  Cagliari, il 24 dicembre, anche giorno dei presepi branditi come magli culturali, la cittadinanza ha inaugurato un parco giochi dedicato al piccolo Aylan Kurdi. Hanno presenziato decine di bambini con palloncini colorati, i loro genitori e le autorità locali (notizia QUI).

Sono due notizie, una grande e una piccola, che hanno come comune denominatore una sola parola: "cultura". 

Cultura come conoscenza che elimina la diffidenza, volta a integrare, a non permettere ancora ghetti e ancora banlieue nelle città. In nome del riscatto sociale da una parte, e della sicurezza, dall'altra, diventa possibile ogni efferatezza. 
E diventiamo tutti, tutti, ostili e ottusi. E duri, da una parte e dall'altra, come schegge d'osso


(buia fine dell'anno)






giovedì 26 maggio 2016

Compleanno

Volano i fiori
In cielo - ho cinquant’anni
son forse triste?
(Momoko Kuroda 1938)



E vabbé, e ce devo sta'. In materia di compleanni, e con una cifra così, irrompe il romano altro che giapponese!!!

(foto tessera)
Eppure, se mi guardo bene allo specchio, luce giusta e qualche minuto a disposizione, mi vedo proprio quella là, quella che sognava la maxi gonna e la cintura di cuoio nei passanti sulla vita non esattamente da vespa.
E se mi guardo ancora, ma fisso fisso, trovo sempre quella là che in foto sorrideva con la bocca a forma di "otto" come il suo cartone animato preferito e credeva di essere bellissima, quella che per un vecchio carnevale si vestiva da fata a tutti i costi, nonostante gli orecchioni. Volano i fiori.
Sotto le zampe di gallina a destra, ci sono mio padre, i miei nonni, tante altre persone incontrate, amate e poi sparite. 
Sotto quelle a sinistra, i pianti inutili e le preoccupazioni, e se li stringo, gli occhi, nelle pieghette, ci sono tutte le risate fatte. 
Tutti i ciao, i cuori dati e ricevuti, tutte le cose belle che hanno tracciato un solchetto. Ma non si vede mica poi tanto, eh!

     

giovedì 28 maggio 2015

Figli

Non hanno figli
un uomo e una donna
bruciano bruchi
(Momoko Kuroda 1938)




Notizia di oggi. In Italia, donne più vecchie (età media parto 32 anni) e uomini con meno spermatozoi (50% in meno in cento anni), generano... un calo delle nascite (notizia qui). 
Oltre ai numeri, dati sociologici e welfare sono il corollario di una notizia da molti considerata presagio della imminente scomparsa degli "italiani doc". 

A sopracciglia alzate e bocca all'ingiù, alcuni prefigurano un popolo nuovo e misterioso che popolerebbe tra non molti anni, e comodamente, la "loro" penisola. Accorati, disegnano l'identikit del nuovo italiano medio che prenderà il "loro" posto: occhi mandorlati, pelle un po' bianca e un po' marroncina, capelli impettinabili, crespi o troppo lucidi e spioventi.
E non capiscono la grande opportunità!
Considerate il sovraffollamento dell'India dove sparano figli ogni minuto, considerate la Cina e come stanno combinati! Scusate, ma non dicevate, che sì che non siete razzisti, ma che in Italia stiamo stretti e che non c'è più posto? E allora?
Ci pensa la Terra.
La Terra ovvero "L'aiuola che ci fa tanto feroci" (Dante. Paradiso XXII), risolverà alcune cose che dai tempi di Dante non trovano soluzione. Tutto da sola - si muove lentamente ma lo sta facendo - sta mettendo fine alle migrazioni, al razzismo, allo spazio nelle città. 
E intanto? 
La silenziosa coppia sterile di Kuroda, in silenzio, sta pulendo il suo giardino, bruciando bruchi per disinfestare un albero. 
Mi sembra bellissimo.


(Nursery)









lunedì 8 febbraio 2016

Grilli

Oh grillo canta!
Ecco piatti e scodelle
pronti per due
(Momoko Kuroda 1938)


Mentre un grillo canta ai suoi di escogitare ostacoli sul percorso della legge Cirinnà - percorso per il centrosinistra lungo quasi dieci anni - io apparecchio la tavola.
Per due, per tre, per quattro, qui Giovanni vicino a Marco, che lo ama da un po', poi Anna e accanto Giulia, lo sai che Giulia aspetta un bimbo? Qui mi metto io, vicino alla cucina e a Mauro.
Poi aggiungo altri due posti per quelli del piano di sopra, che festeggiano venticinque anni di non matrimonio, poi aggiungo altri due coperti per quei due laggiù che sono secoli che desiderano sposarsi.
Lì, vicino alla libreria, il tavolo per i bambini. Un posticino in più per lui, che è timido, lo troviamo? Qui, ok, porta pure i pennarelli.

La vita canta più forte dei grilli.

(A tavolaaaaa!)


giovedì 1 giugno 2017

Sgt. Peppers

Fugu* nella pentola
incollato sulla parete
un grande John Lennon
(Momoko Kuroda 1938)
Oggi, 1 giugno 1967, usciva lo storico "Sgt. Peppers" e per un pezzo di mondo fu una specie di Natale. 
L'album inizia con un brusio di sottofondo (che geni!), si apre a libro e sulla copertina un collage pazzo dove, in assetto bandistico, si affacciano, un tantino perplessi, tra gli altri, Edagar Allan Poe, Nietzsche, Stockhausen, Fred Astaire, Dylan Thomas, Karl Marx, Jung, Freud, Stanlio e Ollio. Un coro psichedelico, un olimpo di riferimento, una bibbia laica e per nulla punitiva.
Ma poi c'è l'altro pezzo di mondo, benpensante, quello che non ha mai ascoltato bene bene il Sgt.Peppers, quello che non conosce i testi a memoria nè fa tap tap col piede quando attacca una canzone. 
Forse è quello che un giorno se ne sbatterà degli accordi sul clima, continuerà a utilizzare la religione come un manganello, tollererà razzismo e omofobia e, torturare qualcuno, alla fine, gli apparirà solo come una tra le risorse possibili. Forse...

(Quasi Beatles)


* il fugu è un tipo di pesce



martedì 12 aprile 2016

Aborto

Cascata di neve
si immerge e si solleva
corpo di donna
(Momoko Kuroda 1948)


L'Italia, dice il Consiglio d'Europa, è il Paese dove le donne che vogliono interrompere la gravidanza, trovano più ostacoli e difficoltà (notizia QUI). E con loro vengono discriminati medici e infermieri non obiettori attraverso ostacoli lavorativi.
Bagno freddo nella neve per tutti, questa mattina. Per gli uomini e le donne che combattono insieme per i diritti.

(Collezione primavera-estate)

venerdì 23 novembre 2018

Parole come petali


Di quale valle
di quale albero
danzano i petali?
(Momoko Kuroda 1938)



La complessità, l'analisi, le differenze contano meno di zero. Pancia e viscere vincono su cervello e ragionamento. La competenza, annullata. Sarebbe utile prendere questo haiku e farne esercizio zen, di quale valle di quale albero, da dove provengono tutte queste parole? Meglio della palestra.


(resistenza)















mercoledì 10 dicembre 2014

Una storia d'amore

Dentro la fiamma
si sposta un'altra fiamma
- siamo in dicembre
(Momoko Kuroda 1938)




Oggi vi racconto una storia d'amore di cui non so quasi nulla.
Ma è una storia che mi scalda sempre,  come se la sua fiamma fosse ancora guizzante e qui, davanti ai miei occhi. 

Walter Bonatti e Rossana Podestà erano due star quando si sono incontrati in età matura e con già "altre vite" alle spalle.
In occasione di una mostra di fotografia in corso a Milano in questi giorni e dedicata al grande alpinista decido, come spesso succede, di cercarlo on line e, saltabeccando di qua e di là sulle pagine wikipedia, ripercorro  velocemente i grandi successi, le vette e gli abissi di Bonatti, le risalite, i riscatti, le sue grandi rivincite. Mi si è delineata via via anche la carriera della donna che lo ha accompagnato negli anni, i tanti bei ruoli di attrice, le foto anni sessanta, quel viso da bambina corrucciata che riconoscerò anche una cinquantina di anni più tardi, quando al Festivaletteratura di Mantova, aspettava tra il pubblico che il suo adorato compagno venisse intervistato per una diretta di Fahrenheit. Forse era il 2006? Non ne sono sicura. Ma ricordo bene quella vecchia coppia.
Ricordo precisamente lui, un po' scontroso, non tanto alto, nervoso, con un viso intenso da cui si leggevano un carattere non facile e la grande determinazione. 
Lei ancora bella, morbida e minuta, due passi indietro, sorridente e trepidante. Ricordo che ascoltava il suo compagno impegnato nella diretta, tesa, come se volesse da un momento all'altro schizzare in piedi e proteggerlo. Ricordo le sue mani su una grande borsa bianca poggiata sulle ginocchia e l'espressione dolce e concentratissima.
Tutto qui. Posso dire che li ho solo sfiorati. 
Ma leggendo un po' disordinatamente le biografie di entrambi in occasione della mostra milanese, apprendo che Rossana Podestà è morta esattamente un anno fa come oggi. 

E allora voglio ricordarla con questo haiku dall'andamento prima appassionato e poi quieto come l'inverno e, con lei, ricordare un amore grande e fiammeggiante che non si è spento mai, neanche quando, nel 2011, le fu vietato di vegliare il suo Walter negli ultimi istanti di vita, poichè erano "solo" conviventi e non sposati ufficialmente.

Una battaglia, quella dei diritti delle coppie di fatto, da portare avanti sempre, anche in nome delle fiamme rosse e calde di Rossana Podestà e Walter Bonatti.
Fiamme che non si spengono mai, neanche a dicembre, neanche se esistono divieti assurdi e da abbattere.


(Attenzione! NON calpestare!)