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venerdì 17 ottobre 2014

Camminanti vari e Ryōkan

Cima raggiunta
da solo, mi alzo in piedi
vento d'autunno
(Ryokan 1758-1831)

Ecco descritti tutta la soddisfazione di chi arriva alla meta e l'orgoglio di chi raggiunge la "cima" vincendo la paura, "da solo" e alzandosi "in piedi".
Chi cammina conosce bene il panorama che ci fa "vedere" oggi Ryōkan, come lo conosce bene chi persegue fortemente un'ideale di esistenza civile tra esseri umani, anche restando fermo, fisso al suo posto in un ufficio, in un condominio, dietro una qualsiasi scrivania.

Ryōkan, il monaco buddista eremita e amante dei bambini e che ancora oggi è venerato in Giappone come una divinità per le sue caratteristiche spirituali e di amore per la natura, guarda caso, viene spesso paragonato al nostro San Francesco, primo ispiratore della Marcia della Pace Perugia-Assisi che si terrà domenica prossima nella sua ventunesima edizione (leggi qui).
Riflettendoci su, dai monaci zen ai "camminanti" (QUI), dagli hippies degli anni settanta al movimento di Aldo Capitini - ideatore nel 1961 della Marcia della Pace - il passo, è proprio il caso di dirlo, è breve. 
Il cammino, inteso come venirsi "incontro" senza temere nulla e come ricerca personale, rappresenta in assoluto la forma più antica (e più semplice) di conoscenza e di dissenso non violento. Prima di qualsiasi moda, prima di qualsiasi guida trip advisor per un week end ascetico, prima di ogni monastero-tour. 

Si può fare insieme, condividendo un percorso di intenti comuni lungo 24 km come quello di domenica, o in totale solitudine. Si può fare a piedi o seduti poichè si può andare incontro agli altri, si può essere buoni camminanti... anche da fermi. Camminanti a km 0.   
Allora, a tutti i camminanti, in giro o fissi nella quotidianità, dedico questi altri due haiku sempre scritti dal  premuroso e sensibile Riōkan:  

Passate di qui
cercando di evitare
i ricci caduti

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Raduno legna
avanzando sul ponte -
pioggia serale

Altri aspetti insospettabili e divertenti di Ryōkan, il nostro "eremita in cammino" che amava la solitudine della meditazione tanto quanto la compagnia delle persone, saranno oggetto di un prossimo post. 

(Metropolitana di Roma ore 19. Camminanti)




lunedì 2 giugno 2014

2 giugno

Non c'è nient'altro che possa fare;
cammino avanti
e avanti.
(Santoka 1882-1940)




Festeggiamo insieme  l'Italia che scelse come forma istituzionale la repubblica preferendola alla monarchia. Evviva! Evviva anche il rispetto per chiunque attraversi il nostro Paese! Evviva!

"Camminare" e andare avanti, dice Santoka. E "camminanti" dice la lapide che ho fotografato. Non è una parola bellissima? Non sapevo connotasse precisamente una piccola comunità di Rom siciliani di ombrellai e  arrotini (leggi QUI) che passano sotto le finestre urlando il loro servizio. 
Con il 2 giugno non c'entra molto? Non siamo, forse, tutti camminanti in giro per il mondo?

"Camminanti"...bellissima parola che non conoscevo. Camminanti, buon 2 giugno!


(Ieri camminavo per la suburra...e l'ho notata. Via Urbana sul muro dell'Angelo Mai)



giovedì 19 giugno 2014

Darius

Nel caldo afoso
il mio cuore turbato -
avverto il tuono.
(Shiki 1869-1902)

Ieri a Parigi in dodici hanno massacrato Darius, un ragazzo rom di sedici anni (leggi notizia). Linciato perché probabilmente faceva il ladruncolo negli appartamenti di una zona parigina di periferia dal nome aulico: "Cité des Poetès". 
Nel silenzio del suo coma si avverte il tuono.


(vicini di casa di tanti di noi)


QUI conoscerete con me il significato di una bella, suggestiva parola: "camminanti". 
Camminante. Non ha anche un suono dolcissimo?



martedì 19 giugno 2018

Ti guardo come fossi un tuo ritratto

"Ti guardo come fossi un tuo ritratto
gli occhi fermi ai tuoi occhi, da quest'ora

di pioggia e vento forte che non smette.
Cerco parole che non ci saranno

a dire quel che voce non può dire,
quel che si tace solo per paura

d'essere come siamo, al nostro meglio,
specchio d'un sogno che può farsi vero"
(Francesco Scarabicchi)


La raccolta "L'esperienza della neve" ha una sezione che si intitola "Missive" da cui estraggo questa lettera poetica. La invio ai rom, ai sinti, ai camminanti. Chi legge, sostituisca a sogno, la parola incubo. Otterrà il mio stato d'animo.


(un programma politico)