mercoledì 10 gennaio 2018

Le parole che capitano


Il mio cavallo cammina
per la pianura d'estate.
Io in una pittura.
(Bashō 1644-1694) 


Capita. Certe parole ci vengono in visita dal passato. 

Mi trovavo in quella seccante situazione che conosciamo tutti: sulla sedia del dentista. Immobile, piedi formicolanti, lingua secca prosciugata da quella specie di uncino aspirante, con un orecchio improvvisamente da grattare su cui premeva quell'aggeggio che consente di tenere la bocca ben aperta. Riflessa in un segmento metallico della lampada accecante, che pietosamente ogni tanto mi abbassano dagli occhi sbarrati, penso "Ma guarda che caspita di mordacchia mi hanno messo!" 
'Mordacchia' è una parola che usava mio padre. "Ti metto la mordacchia!" mi diceva quando rompevo, quando parlavo troppo con quel tono petulante che lui imitava facendomi il verso. Fu così che, pur vivendo in un appartamento e non in una fattoria, imparai il significato di "mordacchia"
Amo il suo suono dispettoso che scherza con "racchia" e con "morso". Una parola che ieri pomeriggio, dal dentista, improvvisamente, mi ha accarezzato.
Capita. Certe parole, all'improvviso e chissà perché, ci vengono in visita dal passato.

(cura canalare)


1 commento:

  1. Certe parole ci vengono in visita dal passato e dilagano nel cuore e nella memoria :lasciando dietro di se scie luminosissime e indimenticabili .
    Alcune parole di mia madre dette in dialetto , mi arrivano con una musicalita'... la tenerezza rinasce.
    un caro saluto
    Annunziata

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