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mercoledì 20 maggio 2015

DANTE 7.5.0.

La musica e la sigla (I)



"Ti viene in mente una musica che possa usare per il mio DANTE 7.5.0.? Qualcosa di contemporaneo, non didascalico? Qualcosa di strano ma...". 
Così, confusamente, chiedo a Francesco Antonioni all'inizio di questo mio lavoro su Dante, quando stavo nel pieno della raccolta di materiali e di idee, in quella fase di accumulo bulimico che caratterizza la progettazione di un programma. Non sapevo ancora bene cosa volessi ma Francesco, musicista e collaboratore di Radio3, capisce tutto al volo e mi suggerisce di ascoltare l'opera "La Commedia" di Louis Andriessen. 
Avevo tra le mani mezzora nel palinsesto di Radio3 da dedicare a Dante. La cosa mi sorrideva e sgomentava allo stesso tempo. Riduzioni e riletture della commedia ne sono state fatte e di meravigliose, sono anche figlia di un dantista, quindi tutto ciò che è "archivio" o accademico, in modo naturale, lo scartavo. 
Mi sono quindi orientata più sulle atmosfere dantesche ma soprattutto sul punto che la grande Commedia possa ancora raggiungerci, quaggiù dove siamo, tra i "nostri" inferni, purgatori e paradisi. DANTE 7.5.0. vuole essere proprio questo: esperienze reali che dialoghino con i versi della commedia dantesca. E, se ascolterete, sarete anche voi colpiti, come sta succedendo a me, dagli incredibili cortocircuiti.

"Prova ad ascoltarla! Tra l'altro Andriessen è persona disponibile e gentile. Vedrai, secondo me ci puoi tirare fuori qualcosa...". 
Sempre grazie a Francesco mesi fa avevo scoperto "Workers Union" ( clicca QUI per il post sulla strampalata serata musicale con le anatre) e così non ho perso un minuto e ho iniziato ad ascoltare "a manetta" La Commedia, opera composta nel 2008 da questo grande compositore di origine olandese, molto vicino per sensibilità e formazione a Luciano Berio.  
E sono caduta nella trappola di Andriessen, strano musicista civile ma dalle risorse immaginifiche e melodiche, e in questa sua rilettura dantesca che sfiora inferni condivisi e attuali. 
Sentirete come la musica raggiunga ognuno di noi prendendo le forme di sonorità consuete e stranianti allo stesso tempo, diventando onde di un mare tempestoso, pronto a inghiottire un'umanità reietta, ma anche suono di traffico cittadino, rumoroso e indifferente. Qualcuno mi ha detto che gli inferni di Andriessen sono nati da una sua esperienza personale e drammatica, non so, ma la sua musica ci riguarda quasi personalmente.
Nota: se ascoltate in cuffia la voce di Cristina Zavalloni, l'artista che Andriessen ha scelto per impersonare il suo Dante, attraverserete il cristallo. 

Questa è la prima pagina del diario di bordo di questo programma che parte il prossimo sabato che ogni settimana e che per la durata delle sei puntate aggiornerò qui. 
Perché un diario di bordo?
Perché lavorare in questi anni per Radio3, fatta così, di queste esperienze, di tali collaboratori e di questi amici, è sempre il mio viaggio.




lunedì 29 dicembre 2014

LUGLIO 2014

Anitre, non gridate:

dovunque andiate,
il mondo non cambia.
(Issa 1763-1827)


La bella serata estiva mi strappa dalle grinfie del divano e mi porta a un concerto di musica contemporanea all'aperto che si teneva nel magnifico giardino della Filarmonica a Roma. Il programma prevede Macchine inutili di Francesco Antonioni (link), uno dei compositori più interessanti del panorama italiano, e brani di Jorg Widmann, Julia Wolfe, Thomas Adès e Louis Andriessen. Nell'attesa che i musicisti inizino, giro un po' per il luogo che tanti anni fa ha visto sbocciare, ma non svilupparsi (fortunati!) la mia passione per il canto. Ancora emozionata, erano una trentina d'anni che non ci tornavo, cerco posto per assistere al concerto.
Stasera si esibisce l'Imago Sonora Ensamble. Schhhh! Si incomincia!

Quando i musicisti attaccano Workers Union di Louis Andriessen (link) tre anatre, meravigliosamente in fila una dietro l'altra, buone buone, attraversano lo spazio tra la prima fila e il palco, e trovano letteralmente posto tra il pubblico.



La musica di cui nel video sentite un frammento fu scritta, e ce lo dice l'autore, "per un qualsiasi gruppo di strumenti che suoni forte" , e in effetti richiede - anche all'ascoltatore! - forza ed energia. 
Dissonante e aggressiva, il suo "suono" politico parte già dal titolo e, leggendo il programma, per Andriessen l'opera avrà successo se ogni strumentista suonerà in modo tale da rendere fondamentale la sua parte, proprio come deve succedere, sempre per l'autore, nell'attività politica.

Ma il maestro non aveva previsto le anatre. E forse neanche questo haiku di Issa.

mercoledì 2 luglio 2014

Compagne anatre

Anitre, non gridate:
dovunque andiate,
il mondo non cambia.
(Issa 1763-1827)


La bella serata estiva mi strappa dalle grinfie del divano e mi porta a un concerto di musica contemporanea all'aperto che si teneva nel magnifico giardino della Filarmonica a Roma. Il programma prevede Macchine inutili di Francesco Antonioni (link), uno dei compositori più interessanti del panorama italiano, e brani di Jorg Widmann, Julia Wolfe, Thomas Adès e Louis Andriessen. Nell'attesa che i musicisti inizino, giro un po' per il luogo che tanti anni fa ha visto sbocciare, ma non svilupparsi (fortunati!) la mia passione per il canto. Ancora emozionata, erano una trentina d'anni che non ci tornavo, cerco posto per assistere al concerto.
Stasera si esibisce l'Imago Sonora Ensamble. Schhhh! Si incomincia!

Quando i musicisti attaccano Workers Union di Louis Andriessen (link) tre anatre, meravigliosamente in fila una dietro l'altra, buone buone, attraversano lo spazio tra la prima fila e il palco, e trovano letteralmente posto tra il pubblico.





La musica di cui nel video sentite un frammento fu scritta, e ce lo dice l'autore, "per un qualsiasi gruppo di strumenti che suoni forte" , e in effetti richiede - anche all'ascoltatore! - forza ed energia. 
Dissonante e aggressiva, il suo "suono" politico parte già dal titolo e, leggendo il programma, per Andriessen l'opera avrà successo se ogni strumentista suonerà in modo tale da rendere fondamentale la sua parte, proprio come deve succedere, sempre per l'autore, nell'attività politica.

Ma il maestro non aveva previsto le anatre. E forse neanche questo haiku di Issa.