lunedì 13 novembre 2017

DNA


Da molti anni mio padre
non ha più sete.
O forse dura tuttavia.
"Io berrei l'universo" diceva al tempo del fieno.
Era certo una sete esagerata,
una cosa da canto trentesimo
dell'Inferno o tredicesimo della
Liberata.

Non so figurarmi mio padre
in nessuno dei regni cosiddetti
d'oltretomba, non so fino a che punto
c'entri la sete, quella sua sete
di sceriffo insidiato da stanchezze 
mortali verso l'ora di cena
quando era meglio non venirlo a trovare,
non chiedergli nulla, lasciarlo riposare.
(Giorgio Orelli)


Scoprire che il poeta Giorgio Orelli è mio fratello e che quindi quell'uomo assetato è "anche" mio padre. 
E' appartenenza, è un'affinità letteraria. E' familiarità. E' somigliarsi. 
E' uno sguardo che diventa mio.
Una poesia: la mia prova del DNA.


(Passaggi sulla terra)

2 commenti:

  1. C'è anche questo libro di racconti, molto bello, di Giorgio Orelli:

    http://www.marcosymarcos.com/libri/un-giorno-della-vita/

    è stata una sorpresa recente, prima non lo conoscevo. Sono racconti percorsi da un'ebbrezza vitale un po' sconclusionata e non sorretta quasi da nessuna trama. Il poeta israeliano Yehuda Amichai ne ha scritto di simili (anche se molto più articolati).

    Secondo me bisognerebbe prendersi una specie di anno sabatico in cui leggere solo la prosa dei poeti. E le poesie dei prosatori.

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