sabato 5 aprile 2014

#sakurandom

L'usanza giapponese dell'ammirare i ciliegi in boccio chiamata Hanami è antica di mille anni e la sorpresa non è come abbia resistito nel tempo ma come sia potuta diventare anche  social.
Foto spettacolari dove il rosa esplode via pixel ritraggono fiori, pistilli e grappoli. Petali zoomati e archi di trionfo in boccio digitale. Ubertosi e fluorescenti, i sakura sono postati e condivisi in un istante. Probabilmente l'antico aspetto meditativo si è perso ma la globalizzazione, lo abbiamo capito, dove svuota, riempie con cose inaspettate.
Allora partecipo al #sakurandom postando la mia foto e raccontando, a chi avesse perso un post a lei dedicato (vedi anche tag  "sakura") la storia di Momoko Kuroda, haijin dei ciliegi.


(Vi ricordate quegli angoletti trasparenti che fissavano la foto al foglio di cartone dell'album?)


Momoko Kuroda nasce nel 1938 a Tokyo.
A trent'anni, pur perfettamente inserita nella società giapponese - lavorava come pubblicitaria e caporedattrice di una rivista-  decide di mettersi in viaggio lungo tutto il Giappone alla ricerca di ciliegi nel momento esatto della loro massima fioritura (Hanami).
Momoko nel fiore degli anni che si mette in viaggio in cerca dei ciliegi in fiore!



Torce e ciliegi
ho salito il pendio
dei quarant'anni.

In Giappone ci sono tante varietà di ciliegio ma quella veramente speciale che le interessa si chiama Yamazakura. Ogni pianta di questa specie puo' vivere centinaia d'anni e, caratteristica incredibile, invecchiando, mentre il tronco si svuota, i suoi rami continuano a fiorire stagione dopo stagione.
Un po' come la maturità che si acquisisce via via nel tempo o  come i ricordi che lascia una persona cara che non c'è più.

Nel 1970 Kuroda diventa allieva del maestro di haiku  Yamaguchi Seishi (1901-1994) e
a cinquantotto anni ricomincia le sue peregrinazioni, da nord a sud, sempre alla ricerca di alberi di ciliegio.
Ma in questa seconda fase le interesserà il momento in cui i fiori iniziano ad appassire e i petali a cadere e gli haiku che compone restituiscono magicamente questa malinconica atmosfera di distacco.


E nel tramonto
sembra il ciliegio pendulo
abbia più fiori
.........................

Ci separiamo
ciliegio di montagna
a rivederci
........................

Di quale valle
di quale albero
danzano i petali?
........................

Per tutti i ciliegi che ha visto e letteralmente "visitato" negli anni, per i pellegrinaggi sui passi dei monaci zen suoi maestri, Momoko è chiamata haijin dei ciliegi (haijin =compositore di haiku).

1 commento:

  1. A forza di leggere questo blog, volevo andare qui la scorsa settimana.
    www.funweek.it/roma-eventi-e-news/fioritura-ciliegi-giapponesi-laghetto-eur-roma.php

    Avendo l'agenda più fitta di quella di un monaco zen, non ho potuto.

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